Premessa
Vi proponiamo questo documento nel quale abbiamo cercato di evidenziare alcuni punti che noi riteniamo fondamentali riguardo ai soggiorni di vacanza e alle attività d'animazione in genere, e che vorremmo poter discutere con voi.
Chiaramente abbiamo operato una selezione tra tutti i possibili elementi, ritenendo proprio solo quanto fosse indispensabile. Si tratta perciò di un punto d'inizio per una discussione, la quale permetterà sicuramente di sviscerare ancora altri elementi.
L'esperienza di vita comunitaria
L’esperienza di vita comunitaria dovrebbe idealmente permettere di raggiungere, sperimentandoli direttamente, alcuni grandi obiettivi di cui si parla molto in educazione. Il rispetto degli altri, la collaborazione, la comunicazione, solo per citarne alcuni, sono i cardini di attività che vogliono essere educative, aperte, responsabili e responsabilizzanti.
Secondo noi è difficile affrontare tematiche di questa portata, cercando subito territori pratici di confronto, se non si è precedentemente cercato di definire a livello teorico i principi di un’attitudine al lavoro e alla vita di gruppo in cui riconoscersi e ritrovarsi.
Non ci limiteremo a discussioni e dichiarazioni di intenti puramente teorici, sia chiaro; ci preme di confrontarci con voi su aspetti più individuali e pratici, forse banali, che derivano da questi grandi temi.
E' però fondamentale a nostro avviso, per poterci capire, stabilire alcuni paletti di riferimento.
Per andare in questa direzione, di tutto quello che si potrebbe dire sulla vita comunitaria, abbiamo scelto alcune indicazioni-guida per la nostra équipe. Ve le proponiamo come spunto di riflessione.
Sapersi situare di fronte agli altri e alle cose, essere presente, attento, impegnato sono attitudini individuali dipendenti sicuramente dal grado di motivazione che ognuno possiede e che lo spinge ad affrontare un’esperienza di questo tipo. La motivazione è però secondo noi qualcosa che si nutre di energie individuali che il gruppo unisce, rende forti e rinvia potenziate al mittente. In teoria quindi nessun membro del gruppo può chiamarsi fuori da questo gioco.
La comunicazione delle emozioni che coinvolgono il gruppo: è fondamentale secondo noi, all’interno di un gruppo che vive un’esperienza comunitaria, trasmettere emozioni e condividerle. Qualsiasi sia la loro origine. E’ necessario trovare però dei canali, dei mezzi pratici, delle strategie, per cui sia realmente possibile (sorretti dal buon senso) vivere, gestire e condividere emozioni, conservandone l’autenticità.
La comunicazione degli aspetti organizzativi e pratici è ugualmente importante, affinché ci sia la maggior chiarezza possibile nell’agire sia individuale che di gruppo. Anche in questo caso bisogna darsi i mezzi necessari per una buona e corretta informazione.
Farsi carico, individualmente e responsabilmente, non solo di compiti precisi e delegabili a singoli membri del gruppo, ma del buon funzionamento del gruppo stesso. Questo è secondo noi l’impegno individuale che dà maggiori garanzie di riuscita ad un esperienza di vita comunitaria, con o senza fini educativi espliciti.
Queste considerazioni sono valide in generale. Naturalmente l’intelligenza, la sensibilità e l'esperienza di chi si trova confrontato direttamente con questioni di presenza, responsabilità, comunicazione, disponibilità, libertà, ecc., sono gli strumenti che di fatto permettono di mediare, discutere o eventualmente risolvere le situazioni più svariate.
Il partecipante al soggiorno di vacanza
Ciò che non dovremmo perdere di vista nell'organizzazione di un soggiorno di vacanza è il fatto seguente: il partecipante è al centro dell'esperienza educativa; in altre parole, egli deve essere il perno attorno al quale far ruotare tutto il soggiorno di vacanza.
Per poter permettere al partecipante di svolgere realmente questo ruolo centrale, riteniamo sia importante conoscere i suoi bisogni, le sue esigenze, i suoi interessi nonché le sue conoscenze e le sue capacità.
- Chiaramente tutte queste componenti (bisogni, esigenze interessi capacità, ...) variano da persona a persona, a seconda di alcuni fattori, come ad esempio:
- della fase specifica dello sviluppo (età);
- della personalità;
- del contesto familiare e sociale, ecc.
Non potendo prendere in considerazione in questa sede tutta la vasta gamma di possibili partecipanti ad un soggiorno di vacanza (bambini, adolescenti, anziani, persone portatrici di handicap,...), limiteremo il nostro discorso ad un soggetto solo, proprio perché è quello che più ci sta a cuore:
Il partecipante-bambino
Per noi il bambino è a tutti gli effetti un individuo completo, anche se ancora in crescita e in pieno sviluppo. La crescita avviene attraverso le innumerevoli esperienze che fa.
E' diverso dall'adulto in quanto ha fatto esperienze diverse sia per la qualità che per la quantità.
Teoricamente lo sviluppo del bambino si attua in 4 sfere distinte:
- sfera fisica (il bambino si lava);
- sfera cognitiva (il bambino legge);
- sfera affettiva (il bambino culla l'orsacchiotto);
- sfera sociale (il bambino è in compagnia).
Sottolineiamo che si tratta di una divisione teorica: il bambino è infatti una totalità e le sfere sono interdipendenti tra di loro.
Noi riteniamo che il bambino sia un essere completo con una sua personalità ed un suo equilibrio che vanno rispettati.
Durante lo sviluppo del bambino, che si esplica nelle varie sfere sopraelencate, emergono dei bisogni che possono venire dal bambino stesso o che vengono indotti dall'esterno.
Il nuovo bisogno crea una rottura in quell'equilibrio che si era stabilito; se il bisogno viene soddisfatto, l'equilibrio viene ristabilito, altrimenti il disequilibrio rimane. Il nuovo equilibrio non sarà come quello precedente, ma sarà arricchito da una serie di esperienze che hanno permesso di rispondere al bisogno emerso in precedenza. Siamo convinti che è molto importante conoscere i bisogni tipici del bambino e affinare le capacità di identificarli; solo così possiamo dare delle risposte adeguate che permettono al soggetto di progredire nello sviluppo della sua personalità. Importante è inoltre riconoscere anche quei bisogni specifici del bambino che si trova a vivere un'esperienza come quella di un soggiorno di vacanza quale la colonia.
In effetti, in colonia, il bambino è confrontato a nuove situazioni che non vanno sottovalutate:
- distacco dai genitori;
- vita collettiva;
- cambiamento di ritmi e abitudini.
In generale ogni cambiamento genera un disequilibrio perché acutizza certi bisogni ai quali é importante essere sensibili, altrimenti si creano delle insicurezze.
Riteniamo perciò che sia compito del monitore prevenire queste situazioni di insicurezza creando una struttura, un'organizzazione del tempo e dello spazio che infonda sicurezza.
L'animatore-educatore
1500 persone, in maggioranza giovani, dedicano una parte del loro tempo libero e delle loro vacanze estive alla conduzione dei soggiorni estivi di vacanza. Oltre a queste iniziative di tempo libero estivo, molte altre centinaia di persone svolgono un'attività volontaria d'animazione sociale, sportiva, ricreativa, ecc. durante il corso dell'anno scolastico.
Al di là delle differenti motivazioni che spingono ciascuno di noi a dedicarsi ad un'attività d'animazione e di svago (nelle colonie, nei soggiorni e nei campi estivi di vacanza, rispettivamente nelle diverse iniziative d'animazione per bambini e adolescenti) esiste alla base dell'azione educativa un comun denominatore: i nostri interventi, le nostre azioni, i nostri modi di agire non sono mai neutri; o sono educativi o sono diseducativi. Significa quindi che non si può non educare, neppure in una situazione temporale relativamente breve come quella di un soggiorno di vacanza o di un'attività d'animazione.
Ma che cosa significa essere "animatori - educatori"? Che formazione si deve avere? E' necessario un certificato di attitudine? Esiste un diploma d'animatore? Come si fa a prepararsi per diventare animatori - educatori? Si sa come fare per iniziare un tirocinio di elettricista, di panettiere, si sa quali studi intraprendere per diventare ingegneri, architetti o poliziotti ecc. e che qualità di base devono possedere per diventarlo. Ma quali sono le caratteristiche di base per essere un animatore - educatore?
Gli interrogativi non possono certo trovare risposte esaurienti in poche righe. Pur tuttavia, vi sono alcuni elementi fondamentali di partenza che vorremmo proporvi quale spunto per una vostra iniziale riflessione. Essere animatore in un soggiorno di vacanza (o in qualsiasi altra iniziativa d'animazione), significa innanzitutto assumere delle responsabilità (fisica, affettiva, igienica, alimentare, ecc.), e l'assunzione di "responsabilità" comporta di riflesso l'instaurarsi di una relazione con qualcuno, con "un altro", un bambino, un giovane, un adulto.
A sua volta ogni relazione instaurata con l'altro è "un'attività", "un'attività educativa" e l'esercizio di questa attività educativa richiede alcune particolari condizioni di base sulle quali poggia poi tutta l'attività educativa e d'animazione:
- innanzitutto fiducia in se stessi, accettare la propria personalità, dare fiducia alla propria esperienza, essere ciò che siamo (non serve né a noi stessi né all'altro agire come se non fossimo quello che siamo), essere il più possibile autentici con noi stessi ciò che è premessa fondamentale per poter rispettare l'altro, per accettare totalmente (non con indifferente sopportazione) la personalità, i sentimenti, le attitudini e le credenze dell'altro;
- cercare di creare in ogni frangente della nostra attività un'atmosfera affettiva caratterizzata da calore umano e da energie positive, ciò che significa partecipare a creare un ambiente favorevole al lavoro, al gioco, alle discussioni, ecc.;
- essere disponibili all'ascolto del bambino, delle sue esigenze, delle sue difficoltà, delle sue preoccupazioni, dei suoi bisogni ed interessi; ciò che significa essere disponibili al cambiamento, a rimettere tutto in discussione, a cambiare metodo di lavoro, attività, regole di funzionamento, ecc.
- Si tratta di alcune "qualità" personali che ogni persona può coltivare per esercitatre il ruole d'animatore che, come abbiamo citata all'inizio, è lavoro educativo.
Oltre a queste condizioni (e ne scoprirete altre che potrete poi aggiungere a quelle citate), l'animatore non è solo figura che intrattiene attività relazionali ma che anima e promuove attività creative che concorrono a favorire e a dilatare il campo delle esperienze del bambino per cui è pure chiamato a dotarsi di competenze tecniche: d'animazione, di conduzione di gruppi e di tipo organizzativo.